Restauro Legno

Restauro Legno

Noi di Vecchi Tempi in questo articolo vogliamo parlarti di restauro e, nello specifico, di restauro conservativo. Sai di cosa si tratta? Qualunque sia la tua risposta, ti invitiamo a proseguire la lettura!

Iniziamo subito dicendoti che quando si parla di restauro conservativo si fa riferimento ad una tipologia di intervento che, assieme al risanamento conservativo, ha lo scopo sia di preservare sia di recuperare un determinato edificio. Fondamentale è che siano rispettati i seguenti aspetti:

  • Elementi tipologici;
  • Elementi architettonici;
  • Elementi formali;
  • Elementi strutturali;
  • Elementi artistici.

Nominare gli interventi di restauro e risanamento conservativo significa, per forza di cose, chiamare in causa anche la funzionalità dell’edificio. Come sottolineato dal Decreto del Presidente della Repubblica n° 380 del 6/6/2001, si può parlare anche di un insieme di opere che permettono di mettere in primo piano destinazioni d’uso compatibili.

Gli obbiettivi del restauro conservativo sono:

  • La conservazione dell’organismo e delle sue funzioni originali, senza alcun mutamento parziale o integrale, rispettando gli elementi di carattere tipologico, formali e strutturali;
  • Il risanamento dell’organismo, finalizzato a recuperare un preesistente stato di degrado eliminando gli elementi estranei all’organismo stesso, al fine di migliorare il grado di fruibilità e salubrità.

Detto questo, è però bene sottolineare che quando si parla dei lavori di restauro conservativo e risanamento, ci si riferisce al fatto che, a seguito del loro completamento, non si deve assolutamente parlare di aumento della superficie lorda di pavimento.

Inoltre è bene ricordare che, quando si ha a che fare con i lavori in questione, si possono apprezzare, tra le varie situazioni, demolizioni parziali di strutture edilizie fatiscenti. In alcuni casi, si può procedere anche con aumenti di volumetria aventi lo scopo di facilitare il recupero di reperti importanti a livello artistico.

Ancora, nell’ambito dei lavori di restauro conservativo, possono essere inserite quelle procedure a seguito delle quali diventa possibile costruire sia impianti elettrici, sia impianti idrici, per non parlare di quelli sanitari. Il quadro appena descritto è tipico degli interventi che permettono di rendere un edificio di particolare interesse storico fruibile da parte del pubblico.

Infine, noi di Vecchi Tempi siamo qui per ricordarti che discutere di restauro conservativo significa, per forza di cose, parlare anche della legge che lo regolamenta. Si tratta del Decreto Legislativo 42/2004, per la precisione del comma 4. Nel corso degli anni, il legislatore si è espresso più volte sul tema. Degna di nota a tal proposito è la Legge 96/2017 – conversione del Decreto Legge n° 50 del 24 aprile 2017 – che ha modificato la definizione di restauro e risanamento conservativo contenuta nel Decreto del Presidente della Repubblica citato a inizio articolo.

Dal 2017, è infatti la seguente: “gli interventi edilizi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano anche il mutamento delle destinazioni d’uso purché con tali elementi compatibili, nonché conformi a quelle previste dallo strumento urbanistico generale e dai relativi piani attuativi”.